“Uno dei difetti della nostra educazione, non soltanto in Italia, è l’eccessiva specializzazione e la divisione in ambiti, i due, classici, della cultura scientifica e della cultura umanistico-letteraria. Tale divisione è però un errore perché le stesse procedure scientifiche, i modi con cui gli scienziati acquisiscono i loro risultati, le loro verità provvisorie, mostra che vi sono sempre delle interferenze verso altri domini che obbligano ad un allargamento della ragione scientifica verso domini come quello morale, estetico o religioso. È opportuno che vi sia una forma di ibridazione, non una giustapposizione — conoscere un po’ di questo e un po’ di quell’altro — ma conoscere le ragioni per le quali esista questa connessione fra le varie sfere della conoscenza. È vero che i rapporti fra pensiero scientifico e fede cristiana sono stati storicamente molto spesso conflittuali, basti pensare al celebre caso di Galileo. Se non si elabora una concezione della scienza diversa da quella fortemente positivitistica, oppure soltanto logico-matematica, e al tempo stesso non si elabora una concezione della fede religiosa meno legata al fideismo soggettivo, ritengo che conflitti come questo possano ripresentarsi. Si tratta di operare una riflessione su quali sono i limiti della scienza e quali le modalità della Rivelazione religiosa”. Intervista al sen. prof. Marcello Pera
Intervista al sen. prof. Marcello Pera 
|