Seminari 2007-08

Questioni di epistemologia scientifica e filosofica


L’accesso razionale alla nozione di Dio

Prof. G. Tanzella-Nitti, Roma

24 novembre 2007

«Gli scienziati utilizzano la parola “Dio” per significare qualcosa di così astratto e disimpegnato che è difficile distinguerlo dalle leggi di natura. Einstein disse una volta che credeva nel “Dio di Spinoza, che si rivela attraverso l’ordinata armonia di ciò che esiste, non in un Dio che si occupa del destino e delle azioni degli esseri umani”. Ma che differenza fa l’usare il termine “Dio” invece di “ordine” o “armonia”, eccetto quella di evitare l’accusa di non aver alcun Dio?» (S. Weinberg, Dreams of a Final Theory, Pantheon Books, New York 1992, pp. 244-245).

   

«Attraverso il mio lavoro scientifico sono giunto a credere sempre più fermamente che l’universo fisico è costruito con un’ingegnosità così sorprendente che non riesco a considerarlo meramente come un fatto puro e semplice. Mi pare che ci debba essere un livello più profondo di spiegazione. Se si desidera chiamare tale livello “Dio” è una questione di gusto e di definizione» (P. Davies, La mente di Dio. Il senso della nostra vita nell’universo, Mondadori, Milano 1993, p. 7).

Presentazione multimediale del seminario

G. Tanzella-Nitti, L’accesso alla nozione di Dio attraverso la razionalità scientifico-filosofica



Bibliografia generale

E. Cantore, L’uomo scientifico. Il significato umanistico della scienza, EDB, Bologna 1987.

E. Gilson, Dio e la filosofia, Massimo, Milano 1984.

J.F. Haught, God in Modern Science, in “New Catholic Encyclopedia”, The Catholic Univ. of America Press, Washington 1989, vol. 18, pp. 178-183.

H. Margenau, R. Varghese (a cura di), Cosmos, Bios, Theos. Scientists Reflect on Science, God, and the Origin of the Universe, Life and Homo Sapiens, Open Court, La Salle (Illinois) 1992.

H. Muschalek, Dio e gli scienziati, Paoline, Alba 1972.

G. Tanzella-Nitti, Il significato del discorso su Dio nel contesto scientifico-culturale odierno, in “La Teologia, annuncio e dialogo”, a cura di G. Tanzella-Nitti, Armando, Roma 1996, pp. 61-82.

G. Tanzella-Nitti, Dio, in Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, Urbaniana Univ. Press - Città Nuova, Roma 2002, pp. 404-424.


Il ruolo dei mass media nel dibattito fra scienza e religione

Dott. Ing. Mario Gargantini, Milano

19 gennaio 2008

«Il primo areopago del tempo moderno è il mondo della comunicazione, che sta unificando l'umanità rendendola – come si suol dire – "un villaggio globale". I mezzi di comunicazione sociale hanno raggiunto una tale importanza da essere per molti il principale strumento informativo e formativo, di guida e di ispirazione per i comportamenti individuali, familiari, sociali... L'evangelizzazione stessa della cultura moderna dipende in gran parte dal loro influsso... Occorre integrare il messaggio stesso in questa "nuova cultura" creata dalla comunicazione moderna» (Giovanni Paolo II, Redemptoris missio, 7.12.1990, n. 37).

   

«La pastorale della cultura implica un'attenzione particolare ai giornalisti della carta stampata, della radio e della televisione. Le loro domande, talvolta, sono causa di imbarazzo e deludono, quando non corrispondono molto alla sostanza del messaggio che dobbiamo trasmettere, ma tali domande sconcertanti sono spesso quelle della maggior parte dei nostri contemporanei » (Pontificio Consiglio per la cultura, Per una pastorale della cultura, 23.5.1999).

Presentazione multimediale del seminario

Risultati del lavoro di gruppo e risposte al Problem solving


Bibliografia generale:

M. Bersanelli, M. Gargantini, Solo lo stupore conosce. L’avventura della ricerca scientifica, Rizzoli, Milano 2003

J. Brockman, I nuovi umanisti. Perché (e come) l'arte, la politica, la storia e la filosofia devono tener conto delle moderne scoperte scientifiche, Garzanti Libri, Milano 2005

Y. Castelfranchi, N. Pitrelli, Come si comunica la scienza?, Laterza, Roma-Bari 2007

M. Gargantini, Uomo di scienza, uomo di fede, LDC, Torino-Leumann 1991

M. Merzagora, Scienza da vedere. L’immaginario scientifico sul grande e sul piccolo schermo, Sironi, Milano 2006

A. Sokal, J. Bricmont, Imposture intellettuali. Quale deve essere il rapporto fra filosofia e scienze, Garzanti, Milano 1999

J.B. Thompson, Mezzi di comunicazione e modernità, Il Mulino, Bologna 1998

Z. Bauman et al., Parabole mediatiche. Fare cultura nel campo della comunicazione, Dehoniane, Bologna 2003


Il rapporto fra fede e ragione in Tommaso d’Aquino

Prof. Alberto Strumia, Bologna-Bari

16 febbraio 2008

«Tommaso possedette al massimo grado il coraggio della verità, la libertà di spirito nell'affrontare i nuovi problemi, l'onestà intellettuale di chi non ammette la contaminazione del cristianesimo con la filosofia profana, ma nemmeno il rifiuto aprioristico di questa. Perciò, egli passò alla storia del pensiero cristiano come un pioniere sul nuovo cammino della filosofia e della cultura universale. Il punto centrale e quasi il nocciolo della soluzione che egli diede al problema del nuovo confronto tra la ragione e la fede con la genialità del suo intuito profetico, è stato quello della conciliazione tra la secolarità del mondo e la radicalità del Vangelo, sfuggendo così alla innaturale tendenza negatrice del mondo e dei suoi valori, senza peraltro venire meno alle supreme e inflessibili esigenze dell'ordine soprannaturale» (Paolo VI, Lumen Ecclesiae, 20.1.1974).

Presentazione multimediale del seminario

Bibliografia generale:

J. Maritain, Il dottore angelico. San Tommaso d’Aquino, Cantagalli, Siena 2006.

J. Ratzinger, Fede, verità, tolleranza e le religioni del mondo, Cantagalli, Siena 2003.

A. Strumia, Che cos’è una religione. La concezione di Tommaso d’Aquino di fronte alle domande odierne, Cantagalli, Siena 2006 (Capitoli IV e V).

J-P. Torrell, Amico della verità. Vita e opere di Tommaso d’Aquino, Edizioni Studio Domenicano, Bologna 2006.


I modelli di razionalità nelle scienze e nel dibattito culturale

Prof. Giandomenico Boffi, Roma-Chieti

15 marzo 2008

«Devo aspettarmi che il titolo di queste conferenze: La crisi delle scienze europee e la psicologia susciti qualche obiezione. Si può seriamente parlare di una crisi delle nostre scienze in generale? Questo discorso, oggi consueto, non costituisce forse un’esagerazione? La crisi di una scienza comporta nientemeno che la sua peculiare scientificità, il modo in cui si è proposta i suoi compiti e perciò in cui ha elaborato la propria metodica, siano diventati dubbi. Ciò potrà valere per la filosofia, che attualmente minaccia di soccombere alla scepsi, all’irrazionalismo, al misticismo. Fintanto che la psicologia avanza ancora pretese filosofiche e non vuol essere una mera scienza positiva tra le altre, ciò potrà valere anche per essa. Ma come è possibile parlare in generale e seriamente dì una crisi delle scienze, quindi anche delle scienze positive, della matematica pura, delle scienze naturali esatte, che noi non cesseremo mai di ammirare quali esempi di una scientificità rigorosa e destinata a continui successi?» (E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale, Il Saggiatore, Milano 1983, p. 33).

G. Boffi, I modelli di razionalità nelle scienze e nel dibattito attuale

Bibliografia generale:

T. e I. Arecchi, I simboli e la realtà. Temi e metodi della scienza, Jaca Book, Milano 1990

E. Husserl, La crisi delle scienze europee e la fenomenologia trascendentale (1954), Il Saggiatore, Milano 1961

J. Ladrière, I rischi della razionalità, SEI, Torino 1978

M. Polanyi, La conoscenza personale. Verso una filosofia post-critica (1958), Rusconi, Milano 1990

A. Strumia, Le scienze e la pienezza della razionalità, Cantagalli, Siena 2003