Seminari 2009-10

Questioni di antropologia scientifica e filosofico-teologica


Le dimensioni umanistiche della ricerca scientifica: una visione di insieme

Prof. Giuseppe Tanzella-Nitti, Pontificia Università della Santa Croce, Roma

31 ottobre 2009

«Lo scienziato non studia la natura perché sia utile farlo. La studia perché ne ricava piacere; e ne ricava piacere perché è bella. Se la natura non fosse bella, non varrebbe la pena di sapere e la vita non sarebbe degna di essere vissuta» (H. Poincaré, in S. Chandrasekhar, Verità e bellezza, Garzanti, Milano 1990, p. 99)

«La stessa esistenza della scienza richiede il giudizio di valore e la basilare etica che la conoscenza sia in se stessa una cosa buona. L’ulteriore e ancor più fondamentale etica della responsabilità rende i singoli scienziati responsabili di valutare la conoscenza che essi acquisiscono, per trasmetterla nel modo giusto ed in vista del suo utilizzo ultimo per il bene» (G. Simpson, The Meaning of Evolution. A Study of Life and Its Significance, Yale University Press, New Haven 1967, p. 313).

Il testo del seminario

Presentazione multimediale della lezione

Il Problema proposto e le soluzioni offerte dai gruppi di lavoro

Bibliografia generale:

M. Bersanelli, M. Gargantini (a cura di), Solo lo stupore conosce. L’avventura della ricerca scientifica, Rizzoli, Milano 2003.

E. Cantore, L'uomo scientifico. Il significato umanistico della scienza (1977), EDB, Bologna 1988.

E. Cantore, Umanesimo scientifico, in Dizionario Interdisiciplinare di Scienza e Fede, Urbaniana University Press - Città Nuova, Roma 2002, pp. 1399-1409

G. Gismondi, Fede e cultura scientifica, EDB, Bologna 1993.

R. Guardini, Lettere dal Lago di Como. La tecnica e l’uomo (1923-25), Morcelliana, Brescia 1993.

M. Polanyi. La conoscenza personale (1958), Rusconi, Milano 1990.

G. Tanzella-Nitti, La dimensione personalista della verità e il sapere scientifico, in V. Possenti (a cura di), Ragione e Verità, Armando, Roma 2005, pp. 101-121

C. Taylor, Sources of the Self. Making of the Modern Identity. Cambridge University Press, Cambridge 1992.


La fisiologia delle emozioni e dei sentimenti

Prof. Flavio Keller, Università Campus Bio-Medico di Roma

12 dicembre 2009

«Il filosofo [Aristotele] fa osservare che non ha senso la questione se l’anima e il corpo, al pari della cera e della sua impronta, siano una cosa sola. Ma la figura si unisce alla cera senza l’intermediario di un altro corpo. Lo stesso, quindi, sarà dell’anima rispetto al corpo. […] Se l’anima, secondo al teoria dei Platonici, si unisse al corpo solo come un motore, sarebbe giusto affermare che tra l’anima dell’uomo, o di ogni altro animale, e il rispettivo corpo, ci fosse di mezzo qualche altro corpo: essendo ragionevole che un motore distante agisca servendosi di un mezzo più vicino. Se invece l’anima è unita al corpo come forma, non è possibile che gli sia unita mediante un altro corpo. L’unità di un composto di materia e forma deriva dalla forma medesima, che per se stessa unisce alla materia come suo atto» (Summa theologiae, I,q. 76, a. 7)

Il testo del seminario

Presentazione multimediale della lezione

Il Problema proposto e le soluzioni offerte dai gruppi di lavoro

Bibliografia generale:

dalle Bibliografie tematiche: Rapporto mente-corpo e neuroscienze

G. Basti, Il rapporto mente-corpo nella filosofia e nella scienza , ESD, Bologna  1991

A. Oliverio, Esplorare la mente. Il cervello fra filosofia e biologia, R. Cortina, Milano  1999

J.J. Sanguineti, Filosofia della mente. Una prospettiva ontologica e antropologica, Edusc, Roma 2007


Antropologia e biotecnologie: il dibattito sul Transhumanism

Prof. Luigi Cuccurullo, II Università di Napoli

23 gennaio 2010

«Perché la scienza sia realmente posta a servizio dell'uomo, è necessario che essa sappia andare "oltre la materia", intravedendo nella dimensione corporea dell'individuo l'espressione di un bene spirituale più grande. Gli scienziati devono comprendere il corpo umano come la dimensione tangibile di una realtà personale unitaria, corporea e spirituale allo stesso tempo. L'anima spirituale dell'uomo, sebbene non tangibile in se stessa, sempre costituisce la radice della sua realtà esistenziale e tangibile, della sua relazione col resto del mondo e, di conseguenza, del suo peculiare ed inalienabile valore Solo una tale visione potrà rendere la ricerca scientifica effettivamente rispettosa della persona umana, considerata nella sua complessa unità corporeo-spirituale, ogni volta che essa diviene oggetto di investigazione, con un particolare riferimento a quegli eventi che costituiscono l'inizio e il termine della vita umana individuale» (Pontificia Accademia per la Vita, Etica della ricerca biomedica per una visione cristiana. Proposta di impegno etico per i ricercatori in ambito biomedico, 24-26 febbraio 2003).

Il testo del seminario

presentazione audio della lezione

Il Problema proposto e le soluzioni offerte dai gruppi di lavoro

Bibliografia generale:

M. BUIATTI, Le biotecnologie. L'ingegneria genetica fra biologia, etica e mercato, Il Mulino, Bologna 2001

C. FUSCHETTO, Fabbricare l'uomo. L'eugenetica tra biologia e ideologia, Armando, Roma 2004

J.A. LOMBO, F. RUSSO, Antropologia filosofica, un'introduzione, Edusc, Roma 2007

G.O. LONGO, Il simbionte. Prove di umanità futura, Meltemi, Roma 2003

I. SANNA (a cura di), La sfida del post-umano. Verso nuovi modelli di esistenza?, Studium, Roma 2005


Le ricadute antropologiche dell’informatica e del suo impiego nella società contemporanea

Prof. Andrea Tomasi, Università di Pisa

20 marzo 2010

«Di fronte a queste rapide ed incisive trasformazioni, anche la sociologia ha dedicato attenzione alla società dell'informazione, e lo ha fatto sotto molteplici punti di vista. Autori come H.M. McLuhan, J. Habermas, N. Luhmann, E. Morin, K.O. Apel e lo stesso Karl Popper si sono occupati della comunicazione dell'informazione come fenomeno capace di generare non solo un nuovo stile di vita sociale, ma anche una nuova cultura. Si va progressivamente affermando il concetto di "villaggio globale", nella cui "piazza", ciascuno può essere al corrente di ciò che avviene in ogni ambito di vita e presentare le proprie idee ed iniziative. Ma esiste una certa circolarità fra antropologia e società dell'informazione. Da un lato la società informatizzata si basa (spesso implicitamente) su una certa visione della persona umana (talvolta in senso riduttivo) e ne veicola l'immagine (l'uomo come consumatore, come essere ludico, come generatore di profitto economico, come soggetto di reti culturali e scientifiche, ecc.); dall'altro, l'immagine della persona e del suo vissuto paiono lasciarsi modellare o sembrano perfino evolvere sulla spinta della comunicazione informativa, generando così "nuove culture" e "nuovi valori". Basti ricordare il dibattito circa le influenze della "realtà virtuale" sui nostri comportamenti, bisogni o desideri, o l'evoluzione subita dalla nozione di "memoria", passata dall'ambito della vita dello spirito a quello della tecnologia dei materiali» (E. Sarti, Informazione, in “Dizionario Interdisciplinare di Scienza e Fede, Urbaniana University Press - Città Nuova, Roma 2002, p. 752)

La traccia del seminario

presentazione audio della lezione

Il Problema proposto e le soluzioni offerte dai gruppi di lavoro

Bibliografia generale:

J.R. BENIGER, Le origini della società dell'informazione. La rivoluzione del controllo, Utet, Torino 1995

L. FLORIDI (a cura di), Filosofia e informatica, Paravia, Torino 1996

G.O. LONGO, Il nuovo Golem. Come il computer cambia la nostra cultura, Laterza, Bari 1998

M. MCLUHAN, Galassia Gutemberg (1967), Armando, Roma 1991